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Abbatangelo: a settembre ritorno in politica a testa alta

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Il collega Ottavio Lucarelli, presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Campania, dalle colonne del quotidiano La Repubblica edizione di Napoli intervista Massimo Abbatangelo, 
esponente di spicco del Movimento Sociale Italiano prima, di Alleanza Nazionale poi, a Napoli, dopo che ha ottenuto la riabilitazione, conquistando di nuovo il diritto all'assegnazione del vitalizio.
Intervista che riportiamo per intero.


Il Pd , erede del Partito Comunista, mi ha perdonato e i giudici mi hanno riabilitato.Non ho fatto altro che seguire ciò che indica la legge. Ora attendo che riprenda l'assegnazione del vitalizio con i relativi 26 mesi in cui mi era stato bloccato.
Massimo Abbatangelo, 75 anni, 4 legislature alla Camera con il Movimento Sociale, ha ottenuto la riabilitazione dopo due condanne. La prima risale all'incendio di una sede del Partito Comunista, a Fuorigrotta, quartiere di Napoli, la sera dell'11 ottobre del 1970.
La seconda( sei anni di cui la metà trascorsi ai servizi sociali) per detenzioni di esplosivo. Ora la Camera dovrà riprendere l'erogazione dell'assegno di vitalizio da 5000 euro al mese e pagargli gli arretrati per circa 100 mila euro.

Nel 2015, dopo la sospensione del vitalizio, le disse che era costretto ad arrangiarsi. Ce li racconta questi ultimi due anni?
Due anni trascorsi a casa di mia figlia Ione. Mi hanno aiutato i due miei figli e l'avvocato Giuseppe Ricciulli che ha seguito personalmente ogni udienza fino alla riabilitazione da parte di un prestigioso collegio di giudici togati che ha anche raccolto dettagliate informazioni dagli organi di polizia sulla mia vita negli anni seguiti alla mia liberazione, dopo il carcere e i servizi sociali. L'indagini è stata rigorosa. Ora tocca alla Camera sbloccare il vitalizio.

Il movimento cinque stelle si oppone, lei cosa risponde?
Invito Beppe Grillo ad un confronto pubblico con me. Un confronto a 360 gradi. Con altri non parlo.

Ma le sembra giusto che lo Stato paghi un vitalizio a chi è stato condannato in via definitiva?
Con il mio avvocato abbiamo seguito le procedure di legge e ripeto, il Collegio giudicante è stato molto rigoroso nell'indagine. Sono tante le sentenze di riabilitazione. Tante. Riguardano anche altri parlamentari campani e di altre regioni.

Lei è stato quattro volte parlamentare e in un'occasione mentre era ai servizi sociali, ha rinunciato al seggio a Strasburgo con Alleanza Nazionale. Ora farà il nonno o tornerà in politica?
In queste ore sto ricevendo alcuni attacchi ma anche molte manifestazioni di affetto da parte di tutte le generazioni di destra. Sono convinto che Giorgio Almirante mi chiederebbe di tornare in veste di padre nobile per riunire la nostra comunità troppo parcellizzata da vicende personali. A tal proposito inviterò tutti i miei amici ad una convention della destra a Roma a settembre.




Sala: post fascisti sul web pericolosi come i saluti romani, servono leggi adeguate contro l'apologia

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Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, nel corso di un convegno intitolato L'escalation dei neofascismi ed il ruolo delle istituzioni organizzato dalla locale sezione dell'associazione nazionale partigiani d'Italia a Palazzo Marino in risposta all'incursione in consiglio comunale del 29 giugno da parte di un nutrito gruppo di militanti ha chiesto con forza l'aggiornamento delle leggi e delle regole contro l'apologia di fascismo, per la quale non è mai condannato nessuno, come ci racconta con un interessante articolo, il quotidiano la Repubblica. Articolo che riportiamo per intero.




Mi chiedo se nel rispetto totale della nostra Costituzione, non sia il momento di aggiornare le leggi e le regole contro l'apologia di fascismo, per la quale non è mai condannato nessuno". E ancora: "E' più grave un post fatto passare da un fascista sul web che diventa virale o un saluto romano? Per me lo sono entrambi". Il sindaco di Milano Giuseppe Sala intervenendo a un convegno promosso a Palazzo Marino in risposta all'incursione in consiglio comunale del 29 giugno scorso da parte di componenti di CasaPound, ha sottolineato come vada conservato "il profondo senso di antifascismo di Milano", ma chiede che "vengano aggiornate le norme che puniscono e prevengono il tentativo di ricostituzione del partito fascista alla luce anche di nuovi strumenti di comunicazione come il web".
"In questo momento - ha aggiunto il sindaco intervenendo al convegno 'L'escalation dei neofascismi e il ruolo delle Istituzioni', organizzato da Anpi a Palazzo Marino - mi preoccupa e mi dà molto fastidio vedere centinaia di persone che fanno il saluto al Musocco. Però capisco anche che il vero modo per avvicinare soprattutto i giovani che si stanno formando è il web. Da questo punto di vista bisogna pensarci perché è necessario stare molto attenti".
Diversi gli episodi di cronaca dei mesi scorsi, a partire dal raduno delle sigle neofascisteche hanno sfidato prendosi gioco dei divieti del 25 aprile che ha visto ricompattarsi tutta la galassia 'nera'; il contro-corteo contro i migranti, le scritte sul muro della piscina Caimi, quelle accompagnate da messaggi razzisti al parco giochi in zona Chiesa Rossa, la festa con torta a forma di svastica nella sede di Forza Nuova sempre a Milano, la sigla delle SS sulle foto dei partigiani nello storico rifugio Laghi Gemelli, le provocazioni in tuta da disinfestatori nella Giornata dell'Antifascismo, solo per citarme alcune. E poi tutto quello che circola su internet e sui social.insiste Sala. Parlando della legge Scelba che prevede il reato di apologia di fascismo, il sindaco ha detto che "a me sembra un testo che da un lato è ancora molto attuale ed efficace nella parte di principio, probabilmente è un po lacunoso" dal punto di vista delle pene previste anche perché "nel 1952 non c'era il web, quindi servono strumenti aggiornati" e "l'apologia di fascismo è un reato quasi mai perseguito"

Forza Nuova: Matteo Renzi non provarci, la tessera non te la diamo

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Aiutiamoli a casa loro. Quel post pieno di buon senso pubblicato sulla pagina Facebook del Partito Democratico ed celermente rimosso, oltre alle polemiche avrà delle inevitabili conseguenze politiche per il segretario del Partito Democratico nonché aspirante candidato premier alle prossime elezioni politiche Matteo Renzi.
D'altronde quanto scritto nel post che riportiamo per intero, è chiaro, semplice, diretto : " Noi non abbiamo il dovere morale di accogliere in Italia tutte le persone che stanno peggio. Se ciò avvenisse sarebbe un disastro etico, politico, sociale e alla fine anche economico.
Noi non abbiamo il dovere morale di accoglierli, ripetiamocelo. Ma abbiamo il dovere morale di aiutarli. E di aiutarli davvero a casa loro".
Quanto scritto da Renzi, ricalca per grandi linee il terzo degli otto punti fermi di Forza Nuova redatti nel settembre del 1997 mese di fondazione del movimento politico guidato da Roberto Fiore dove si afferma che : Forza Nuova vede nell’attuale fenomeno dell’immigrazione una dolorosa ferita per l’armoniosa convivenza tra i popoli. Infatti, oltre ad essere un elemento di turbamento dell’ordine pubblico e di perdita del patrimonio culturale, l’immigrazione è un salasso d’energie umane per gli stessi popoli immigranti.In quest’ottica, vista la particolare pregnanza per il nostro Paese del problema africano, Forza Nuova esalta il ruolo fondamentale dei popoli europei nella ricostruzione del moribondo continente nero: ricostruzione che sortirebbe l’effetto di tutelare il diritto dei popoli africani a vivere dignitosamente nella propria terra.

Nonostante le parole chiare affermate sul tema dell'immigrazione ed il sostengo all'idea forza dell'aiutiamoli a casa loro, Forza Nuova ha deciso di non concedere la tessera manco ad honorem a Matteo Renzi.

La spiaggia fascista di Chioggia: "Qui, a casa mia, vige il regime"

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(G.p)Il collega Paolo Berizzi dalle pagine del quotidiano La Repubblica scopre l'esistenza di uno stabilimento balneare a Chioggia, in provincia di Venezia, pieno di cartelli con immagini di Benito Mussolini, di saluti romani con sotto scritto se non ti piace me ne frego. 
Articolo che riportiamo per intero.



Il cartello all'ingresso del parcheggio parla subito chiaro. "Zona antidemocratica e a regime. Non rompete i c...". Ma è niente rispetto a quello che si vedrà e si sentirà più avanti, sotto gli ombrelloni, tra "camere a gas", inni al Duce e al regime fascista, scritte sessiste. Lungo il sentiero di traversine in legno che porta verso la spiaggia altri cartelli avvisano i bagnanti: "Regole: ordine, pulizia, disciplina, severità"; "difendere la proprietà sparando a vista ad altezza d'uomo, se non ti piace me ne frego!"; "servizio solo per i clienti... altrimenti manganello sui denti". Poi - prima della frase di Ezra Pound ("Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui") - un'insegna indica i servizi igienici: "Questi sono i gabinetti per lui, per lei, per lesbiche e gay". Benvenuti alla "Playa Punta Canna" di Chioggia, lido balneare da 650 lettini tra le ultime dune di Sottomarina verso la foce del Brenta. La spiaggia del Duce.

Altro che stabilimenti marini ai tempi del Ventennio: in questo vasto pezzo di arenile, se possibile, il fascistissimo titolare Gianni Scarpa, 64 anni, da Mirano, bandana nera e ufficio straboccante di gadget mussoliniani con tanto di cannone che spunta da una finestrella, è riuscito a fare persino meglio. "Qui valgono le mie regole", mette in chiaro. Già.

All'inizio la regola di "Punta Canna" era "niente bambini e buzzurri" (in effetti di bambini non se ne vedono). Poi per la gioia dei clienti - la maggior parte giovani "di area", palestrati e tatuati anche con simboli runici, aquile, croci celtiche - si è aggiunto molto altro. "La legge della giustizia nasce dalla canna del fucile", ammonisce l'ennesima scritta choc.

Di fronte c'è l'angolo doccia col nebulizzatore, protetto da una cinta di canne.
Chioggia, nella spiaggia tra cimeli fascisti e discorsi razzisti:"I tossici andrebbero sterminati"



Sta di fronte alla cabina bianca dove il cartello sulla porta dice "camera a gas, vietato entrare". Lo slogan è parte di un crescendo. A destra, prima del bar e lungo il sentiero che porta alla spiaggia, su un pannello di legno è stampata in bella vista la "summa" del lido, il pantheon del proprietario. Sì, insomma: le sue regole. Diversi poster di Benito Mussolini e di saluti romani ("questo è più di un saluto, uno stile di vita"; "questo è il mio saluto, se non ti piace me ne frego"); la foto di un bambino che dice: "Nonno Benito, per un'Italia onesta e pulita torna in vita". Un corollario sfacciatamente nostalgico e apologetico. Elementi d'arredo alla cui vista i numerosi clienti del lido sono talmente abituati che nessuno - tranne qualche nuovo avventore - ci fa più caso. Il motivo lo capisci appena prendi posto sui lettini (650 di cui 70 coperti da tende bianche tipo gazebo) tutti occupati. Ogni mezz'ora, o comunque quando ne ha voglia, il titolare della spiaggia "intrattiene" i bagnanti alla sua maniera: con delle "comunicazioni" diffuse dagli altoparlanti, dei mini comizi da spiaggia. Che non imbarazzano nessuno perché evidentemente condivisi dai clienti. Inni al regime e insulti alla democrazia ("mi fa schifo"), intemerate contro Papa Francesco ("Lui vuole costruire ponti e non muri? Gliene costruiamo uno noi da Roma a Buenos Aires, così lo rispediamo da dove è venuto"), lotta senza frontiere alla "sporcizia umana del mondo, che è il 50% e qui dentro per fortuna non entra", "tossici da sterminare".

Ieri, sabato pomeriggio, l'imprenditore balneare del "me ne frego" ha dato il meglio di sé sotto il sole delle tre e un quarto. Sentitelo. "Sono molto contento di avere una clientela esemplare. Guardatevi in giro, oggi siete 650, non c'è una cicca, non c'è una salvietta a terra. A me la gente maleducata mi fa schifo...a me la gente sporca mi fa schifo...A me la democrazia mi fa schifo...Io sono totalmente antidemocratico e sono per il regime. Ma non potendolo esercitare fuori da casa mia, lo esercito a casa mia. A casa mia si vive in totale regime... qui è casa mia e di conseguenza si vive a regime". Gianni Scarpa plaude ancora ai suoi clienti esaltandone il comportamento. Poi dalle casse spara un attacco modello Duterte. "Voi sapete che io sono per lo sterminio totale dei tossici (alcuni bagnanti sorridono). Di conseguenza penso che è meglio che girino molto al largo da qui. Chi viene qui sa come la penso io... se vuole viene se vuole non viene e io me ne frego... Perché qui dentro voglio gente educata ".



A che cosa punta Scarpa coi suoi comizi nostalgici da spiaggia? Probabilmente solo a fare cassa. Ma si compiace: "Sono contento di avere gente che ha capito il mio messaggio. La maggior parte l'ha capito, quelli che non l'hanno capito si autoeliminano da soli. Dovete essere anche voi orgogliosi...". Di che cosa? La voce arriva stentorea tra gli ombrelloni: "Immaginate 650 persone dalle altre parti... con un afflusso di gente così... quanta merda ci sarebbe in giro. Voi sapere meglio di me che il 50% della popolazione mondiale è merda. Di conseguenza io quella roba lì qui non la voglio". Fa fede il cartello sulla cabina accanto al bar: "Vietato entrare, camera a gas". A "Punta Canna"è ora di tramonto e di aperitivo. Quelli che "non hanno capito" il messaggio del "capo" in bandana una domanda se la pongono: è tutto vero quello che ho visto e ascoltato in una spiaggia in mezzo a 650 bagnanti o è stato un colpo di sole? Giriamo la domanda a chi ha una risposta da dare.

Ruggini romane tra fratelli d'Italia e sovranisti minano l'unità del centro destra in Campania

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(G.p)L'idea forza di Forza Italia di riunire il centro destra in Campania, per tornare ai fasti di un tempo, quando la coalizione guidata da Silvio Berlusconi governava la regione Campania e le provincie di Napoli, Salerno, Avellino, Caserta, dopo il flop delle ultime elezioni amministrative, rischia di naufragare a causa degli ex Alleanza Nazionale.
Vecchie ruggini, mai assopite, tra Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale ed il Movimento nazionale per la sovranità raggruppamento politico che fa capo all'ex segretario de la Destra, Francesco Storace e all'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno stanno mettendo a dura prova la pazienza del coordinatore regionale di Forza Italia Domenico De Siano, che ha preferito, sulla questione, non rilasciare alcuna dichiarazione. 
Peccato che i due litiganti hanno parlato ed eccome. Antonio Iannone, presidente regionale di Fratelli d'Italia, in una nota, diffusa alla stampa, ha dichiarato: " avevo chiesto a De Siano di tenere un incontro informale per verificare le condizioni di un eventuale patto del centro destra, con una piattaforma programmatica su cui lavorare.
D'altronde per motivi politici evidenti che dipendono da più importanti questioni nazionali, la Campania non è autonoma, per cui Iannone dopo aver ricordato il patto del Nazareno, il tentativo di accordo sulla legge elettorale, le stesse alleanze per le ultime elezioni amministrative dove non sempre il centro destra è stato unito, si è riservato di sentire i vertici nazionali di Fratelli d'Italia prima di dare l'adesione.
Ma non è questione solo di motivi politici evidenti, per Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale esiste una questione di pregiudiziale politica nei confronti del movimento nazionale per la sovranità, per cui non è possibile, al momento, alcuna collaborazione.
Nel caso in cui il livello nazionale, dovesse essere contrario, conclude Iannone, siamo pronti a collaborare con tutti anche con il Mns.
In tempi rapidi è arrivata la risposta alle dichiarazioni di Iannone da parte di Salvatore Ronghi, segretario regionale del Movimento nazionale per la sovranità che ha affermato: "io credo che, in un momento, molto delicato per il nostro paese, letteralmente aggredito da un'invasione di immigrati che sta minando seriamente l'identità dell'Italia, un paese che stenta a crescere sul piano economico e sociale, con la povertà e la disoccupazione che continuano ad aumentare, i campani chiedono un centro destra unito e coeso capace di mettere in campo, un programma politico serio concreto e fattivo per risolvere i problemi.
Non a caso, subito dopo la fine dell'ultima tornata elettorale, giovedì 29 giugno i sovranisti organizzarono a Napoli un confronto con tutte le parti politiche del centro destra sui grandi temi del territorio. Confronto al quale parteciparono tutte le forze politiche di centro destra ad eccezione di Fratelli d'Italia.
In vista degli stati generali del centro destra previsti a Napoli  per il 17 luglio domani ci sarà una iniziativa preparatoria fortemente voluta dal coordinatore regionale di Forza Italia Domenico De Siano chissà se parteciperà Fratelli d'Italia.
Come cantava Lucio Battisti, lo scopriremo solo vivendo.


Dal 2018 un solo corteo per Carlo. I Falvella contro le divisioni

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(G.p)Sono state ben 3 le manifestazioni in ricordo di Carlo Falvella, il vice presidente del Fronte Universitario d'Azione Nazionale, organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano, rimasto vittima di un omicidio a sfondo politico commesso il 7 luglio di 45 anni fa dall'anarchico Giovanni Marini nel corso di una colluttazione avvenuta in pieno centro a Salerno.
Nel primo pomeriggio, intorno alle ore 16 c'è stata la manifestazione organizzata da Gioventù Nazionale, organizzazione giovanile di Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale alla quale hanno partecipato una cinquantina di persone, a seguire c'è stato la marcia silenziosa in ricorda di Carlo Falvella, giunta al nono anno, organizzata senza simboli di partito, daCasa Pound Italia, ed infine in serata c'è stata la marcia organizzata daForza Nuova.
Tre distinti momenti in cui è stata ricordata la figura di Carlo Falvella, un pò troppo secondo quanto sostiene, in una lettera sfogo Marco Falvella, fratello di Carlo, presidente dell'associazione internazionale vittime del terrorismo.
Lettera che pubblichiamo per intero.



Nel ringraziare tutti coloro che hanno voluto ricordare mio fratello Carlo, mi vedo costretto, sulla scorta di quanto è accaduto ieri a Salerno, durante la manifestazione - autorizzata dalla prefettura - organizzata da Forza Nuova, di prendere seri provvedimenti per gli anni avvenire.
 Mio malgrado, chiederò alla Prefettura di Salerno, di non rilasciare autorizzazioni - a partiti o movimenti - che vogliano ricordare Carlo in data 7 luglio con cortei o manifestazioni di qualsiasi genere. Tutto ciò, potrà essere possibile solo in presenza di una richiesta presentata e firmata dal sottoscritto. 
Carlo dovrà essere ricordato attraverso un unico corteo, tutti assieme orgogliosi di esserlo, almeno in quel triste momento. Non ci dovranno più essere cortei a tutte le ore del pomeriggio. La città di Salerno, dovrà vivere nella pace e nella serenità e magari, condividere con tutti noi, il ricordo di questo giovane ventenne. 
Carlo non è la passerella per taluni, ne tanto meno, strumento della discordia tra opposte fazioni. Carlo chiede la pace e la non violenza, l'unione e non la separazione.
 Voglio ringraziare Ciro Palladino - fratello di Iolanda, barbaramente assassinata a Napoli, da gruppi di estrema destra - per essere stato ieri lì con me. Con Ciro, unitamente ad altri familiari delle vittime di destra e di sinistra: da anni giriamo fra scuole e Atenei Italiani ed esteri, come portavoce di quella cultura fondata sulla pace, sulla tolleranza e la nonviolenza. Tutto ciò, supportati dai racconti sulle vicende che hanno colpito i nostri cari. Prima di chiudere, gradirei precisare che rappresento l'Associazione Internazionale Vittime del Terrorismo e non - come erroneamente ha scritto la redazione di Tele Colore -, l'Associazione Nazionale Vittime del Terrorismo. Auspicando, un positivo cenno di riscontro, nuovamente Vi ingrazio e abbraccio tutti.

"Chiudete il lido fascista" E la polizia denuncia il gestore della spiaggia

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(G.p)Dopo la denuncia del quotidiano La Repubblica allo stabilimento Punta Canna di Chioggia, di domenica, arrivano Digos e polizia scientifica, stop ai comizi del ventennio, come ci racconta con un interessante articolo firmato dal collega Paolo Berizzi e  pubblicato dal quotidiano diretto da Mario Calabresi.
Articolo che riportiamo per intero.




Dai saluti romani e gli inni al regime, agli agenti della Digos tra gli ombrelloni. Dai comizi nostalgici e i cartelli con le immagini di Mussolini, alla polizia scientifica sull'arenile. E' bufera sul caso di Punta Canna la spiaggia fascista di Chioggia il cui titolare Gianni Scarpa, esalta pubblicamente il Duce e fa propaganda in mezzo a centinaia di bagnanti del lido( qui vige il regime, la democrazia mi fa schifo, se non vi piace me ne frego!).

Dopo la denuncia di Repubblica, ieri questura e prefettura di Venezia si sono attivate sulle vicenda: Scarpa è stato denunciato per apologia di fascismo, la Procura della Repubblica di Venezia ha aperto un fascicolo ed è probabile che all'imprenditore, su questo punto il pallino è in mano al Comune di Chioggia, verrà revocata la concessione della spiaggia.
Ma andiamo con ordine. Ieri mattina il questore, Vito Danilo Gagliardi, che ha definito il caso raccapricciante ha invitato a Playa Punta Canna i poliziotti della Digos e della scientifica per verificare la situazione e capire da quanto tempo e con quali modalità va avanti la singolare politicizzazione estremista dello stabilimento balneare: un lido posto tra le ultime dune di Sottomarina, verso la foce del Brenta, frequentato ogni giorno da oltre 650 clienti.
Gli agenti della questura hanno acquisito anche gli audio e le immagini pubblicate dal nostro giornale. In una registrazione si sente Scarpa che intrattiene i bagnanti con un discorso amplificato dalle casse in spiaggia: a me la democrazia mi fa schifo.....io sono totalmente antidemocratico e sono per il regime. Ma non potendolo esercitare fuori casa mia, lo esercito a casa mia. A casa mia si vive in totale regime....
Poi dopo un'intemerata contro Papa Francesco( lo rimandiamo a Buenos Aires con un ponte, visto che non vuole costruire i muri) l'attacco ai tossicodipendenti (li sterminerei tutti) e al 50% della popolazione mondiale, che è una merda e che qui non entra. Parole choc gridate in luogo pubblico ( la spiaggia è in concessione ma resta demaniale) un posto arredato con cartelli che esaltano la legge del fucile, l'uso del manganello sui denti e le camere a gas.
Storia sconcertante, commenta Noemi Di Segni, presidente delle comunità ebraiche italiane- Vi ringrazio per aver portato alla luce e denunciato questa vicenda, ma è preoccupanti che lo debba fare il giornalismo e non le autorità, le istituzioni, la politica. 
 Troppo spesso assenti. Dove sono, mi chiedo?
Torniamo a Scarpa. Con i suoi inni a Mussolini, le foto dei saluti romani, i " me ne frego" con i suoi comizi balneari che incitano alla violenza e alla discriminazione, il titolare di Punta Canna sfida due leggi del nostro ordinamento: la legge Scelba( che vieta l'apologia di fascismo) e la legge Mancino( sull'odio e sulla discriminazione razziale).
Il caso Chioggia è uno scandalo sul quale chiederemo al governo di riferire in aula, attacca Lele Fiano, deputato Pd.
La storia di Punta Canna ha suscitato indignazione sul web, nella politica,( il presidente della Camera Laura Boldrini se ne è occupata personalmente) e tra le associazioni antifasciste. "E' sconvolgente che ci sia stata tolleranza su quanto accadeva in un lido molto conosciuto e frequentato dice Diego Collovini dell'Anpi Veneto. Penso anche a chi ha concesso le spiagge a questo signore.
Le concessioni demaniali passano dal Comune. Stiamo approfondendo per capire cosa sia accaduto, assicura il vicesindaco di Chioggia con delega al demanio, Marco Veronese. 
Ci sono due temi: uno è quello della concessione e ci siamo attivati. L'altro è penale:  se è stato commesso un reato, va punito.
Va giù duro il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni : porteremo la vicenda in Parlamento perché non è possibile che tutto sia avvenuto senza che nessuna autorità si sia accorta di nulla e solo dopo l'inchiesta giornalistica di Repubblica qualcosa si sia mosso. Vogliamo che sia fatta chiarezza e che la concessione demaniale sia ritirata.
Interrogazioni urgenti al ministro degli interni Marco Menniti, sono annunciate anche da Antonio Misiani, del Pd che parla di vergogna intollerabile, ( la spiaggia va chiusa, la simbologia nazi fascista non è folklore) e dalla senatrice di Articolo 1 Lucrezia Ricchiuti( continuo a denunciare il riorganizzarsi di gruppi neo-nazifascisti spero che il ministro questa volta si attivi.

La marcia di Forza Nuova su Tor Bella Monaca, la protesta del Partito Democratico

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(G.p)Basta immigrazione. Riprendiamoci Tor Bella Monaca. Questo è il titolo di un manifesto, affisso in diversi quartieri di Roma che annuncia il corteo organizzato per martedì 11 luglio con inizio alle ore 21 in via dell'Archeologia dal coordinamento di lotta popolare Roma ai Romani e da Forza Nuova, che sul tema ha prodotto una nota, alla stampa che pubblichiamo per intero.
Corteo che trova l'opposizione da parte del Partito Democratico che tramite il deputato Marco Miccioli chiede al Prefetto ed al Questore di valutare la possibilità di vietare il corteo evitando una giornata di tensioni al quartiere di Tor Bella Monaca.
Nota che pubblichiamo per intero.



"Non è più tempo di restare a guardare! Mentre in Europa tutti gli Stati chiudono le frontiere, schierano gli eserciti e respingono gli immigrati, noi continuiamo a far entrare tutti, spendendo i soldi pubblici per "accogliere" 200mila extracomunitari l'anno. Mentre chi si spacca la schiena ogni giorno per portare il pane a casa viene tassato e spremuto, i politici di ogni partito, veri e propri traditori della Patria, spendono i nostri soldi per riempire le periferie di immigrati, per metterli nelle nostre case e per dargli il nostro lavoro. Tor Bella Monaca è un quartiere che da anni ormai è stato abbandonato al degrado. Rom ed etnie di ogni parte del globo scorazzano per le nostre strade, mentre nelle case popolari manca l'acqua e gli stabili sono lasciati marcire. Ora basta. Forza Nuova e Roma ai Romani non perdono tempo a chiedere voti, offrendo chissà quale utopica battaglia in parlamento. Non è più tempo di cercare poltrone. È tempo di scendere in piazza. Militanti e popolo, uniti in una lotta serrata per liberare i nostri quartieri e per riprenderci la libertà che ci hanno tolto. Martedì 11 alle ore 21 saremo in piazza, in via dell'Archeologia, per far capire a chi dovrebbe governare che con il popolo romano non si scherza. Chi crede ancora nel voto resti a casa. Chi, invece, è disposto a lottare in strada per riprendersi tutto, centimetro dopo centimetro, è chiamato alla battaglia!"

A Roma assistiamo da qualche tempo ad aggressioni e minacce nei confronti di cittadini stranieri, ai quali vengono assegnate regolarmente delle case popolari. L'ultimo episodio si è verificato qualche giorno fa a Tor Bella Monaca, ai danni di un padre di famiglia di origine bengalese. Appare quindi del tutto inopportuno autorizzare una manifestazione, prevista per martedì, a Forza Nuova proprio in quel quartiere".
Così, in una nota, Marco Miccoli, deputato romano del Pd, che ha aggiunto: "Tale organizzazione, di stampo neo fascista, chiede l'assegnazione delle case solo agli italiani, cosa che rivendicavano anche gli autori del pestaggio. Prefetto e Questore valutino la possibilità di vietare il corteo, evitando così di regalare a Roma, ma soprattutto a Tor Bella Monaca, una giornata di inutili provocazioni che rischiano di generare pericolose tensioni"
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Da Forza Nuova ad Azione Identitaria: la nuova vita della comunità militante reggina

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(G.p)Continua, senza sosta e senza tregua, la campagna adesione portata avanti in Calabria dal movimento Azione Identitaria che in questi giorni ha visto crescere il numero di simpatizzanti e militanti grazie all'approdo dell'ex segretario provinciale di Reggio Calabria Umberto Paviglianiti, e del giovane militante Domenico Natale Surace.



Azione Identitaria in Calabria apre a nuovi militanti nella città di Reggio Calabria, ad aderire al movimento politico che in Italia è nato nel febbraio 2016 ed in Calabria nell’ottobre dello stesso anno, è Umberto Paviglianiti, vecchio esponente del Fronte della Gioventù prima e del Movimento Sociale Italiano dopo.
Paviglianiti vanta una lunga militanza ed anche recentemente ha ricoperto ruoli di responsabile in altri movimenti nazionalisti presenti sul territorio, ed era segretario provinciale di Forza Nuova.
Paviglianiti sarà affiancato nell’organizzazione in città ed in tutta la provincia reggina dal giovane Domenico Natale Surace, ai due, che hanno già un numero di giovani pronti a seguirli, è stato affidato il compito relativo al tesseramento a Reggio Calabria ed in provincia, ricordando come Azione Identitaria non riconosce, diversamente da altri partiti e movimenti, sezioni cittadine sul territorio ma è strutturata con un unico nucleo regionale, dove figurano i membri del direttivo, i militanti ed i tesserati.
Soddisfazione per aver coperto una città importante della regione è stata espressa dal reggente regionale Bruno Spatara e dal Coordinatore calabrese Igor Colombo, i quali hanno anche annunciato che presto il movimento avrà nuove importanti adesioni in altri importanti centri della Calabria.
Lo stesso Paviglianiti si è detto entusiasta per questa nuova avventura intrapresa in un delicato momento storico per la nostra Regione e soprattutto per l’Italia tutta, dove politiche scellerate stanno distruggendo l’intero tessuto storico, sociale e culturale nazionale attraverso la grande sostituzione di popolo rivelandosi, inoltre, vergognosamente indirizzate alla dissoluzione della famiglia quale cellula più importante di una comunità nazionale, e che continuano con il sistematico depauperamento sanitario tralasciando, inoltre, i problemi legati al lavoro ed all’ambiente.
Tutte tematiche, quelle suddette, che già Azione Identitaria sta affrontando sia a livello regionale che nazionale e che, da qui in avanti, saranno più incisive grazie agli avamposti di uomini e donne pronti a lottare per la Patria.

Ma quale camerata vado avanti e me ne frego

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(G.p)Il collega Francesco Furlan, in esclusiva per il quotidiano La Repubblica, intervista Giovanni Scarpa, di anni 64, conosciuto con l'appellativo di pirata, titolare della spiaggia Playa Punta Canna finita nell'occhio del ciclone perché diventata grazie alla protesta della locale sezione dell'associazione nazionale partigiani e della comunità ebraica la spiaggia dei fascisti italiani. Il caso, nei prossimi giorni dovrebbe finire in parlamento grazie ad alcune interpellanze al ministro degli interni Minniti e la concessione del bene demaniale su cui sorge lo stabilimento sarebbe a rischio.

Intervista che riportiamo fedelmente.

Ha l'ufficio pieno di poster di Mussolini e cimeli del ventennio ma non è fascista?
Non sono né di destra né di sinistra, e le mie idee sono un pò di sinistra e un pò di destra.

E le foto, e i cartelli con le citazioni
Mi piacciono l'ordine e la disciplina. Le persone ospiti di questo stabilimento si devono comportare bene, chi ci viene lo sa.

L'ordine e la disciplina di Mussolini?
Un social liberale che ha fatto molto per l'Italia anche se ha commesso l'errore di portarci in guerra, costretto da Hitler. In molti in questa spiaggia la pensano come me. A qualcuno non va bene? Faccia meno di venire. A casa mia le regole le faccio io, è da 22 anni che gestisco questo bagno, questa zona prima era un ricovero di tossici.

C'è un cartello che indica la toilette per lui, lei, gay e lesbiche

Io amo i gay e le lesbiche e ho un sacco di clienti cosi. Anche loro sanno che devono comportarsi bene.

Ma non si rende conto che questa spiaggia è un oltraggio alla memoria delle vittime della Shoah? Ci sono cartelli delle camere a gas.
Non ho niente contro gli ebrei, sono da ammirare perché sono più bravi negli affari. Ho qualche problema con i rom, perché non è giusto educare i bambini ad andare a rubare.


Con chi ce l'ha nei discorsi dalla torretta?

Con i politici che rubano i soldi pubblici, con quelli che hanno mandato in malora le nostre banche truffando i risparmiatori.

E ora che farà?
Vado avanti, me ne frego.

Il Viminale non cambia linea. No al corteo forzanovista a Tor Bella Monaca

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(G.p)E' stata una giornata all'insegno dei divieti per i militanti romani di Forza Nuova che avrebbero dovuto manifestare questa mattina, guidati dal responsabile delle politiche sociali Giuliano Castellino contro la proposta di legge a firma dell'onorevole Emanuele Fiano contro l'apologia di fascismo ma sono stati trattenuti e fermati in Questura per 6 ore.
Dopo il fermo e la mancata manifestazione, è arrivato un secondo divieto. Infatti il corteo organizzato per domani sera  da Roma ai Romani e da Forza Nuova nel popoloso e popolare quartiere di Tor bella Monaca è stata vietato dalla Questura di Roma.
Sul doppio divieto subito l'ufficio stampa di Forza Nuova ha prodotto una breve nota che pubblichiamo per intero.


"Il Pd ordina, il Questore obbedisce. Su espressa richiesta del deputato "Democratico" Marco Miccoli, il corteo previsto per domani a Tor Bella Monaca è stato vietato dalla Questura. Non solo. Questa mattina il referente di Roma ai Romani, Giuliano Castellino, è stato fermato e trattenuto in Questura per 6 ore, reo solamente di avere con sé uno striscione che contestava la proposta di legge liberticida a firma del on. Fiano, sempre del Pd, diretta a criminalizzare la "propaganda fascista". Ennesimo atto infame da parte di uno Stato che ha deciso di impedire ogni forma di libero dissenso. È chiaro che si preferiscono i burattini, quelli della protesta controllata, quelli che oltre la ricerca di visibilità e qualche minuto di celebrità non hanno alcun progetto realmente rivoluzionario. Ma Forza Nuova e Roma ai romani da rivoluzionari, non si piegano a questi ricatti. A Tor Bella Monaca andremo, ma questa volta non saprete né come né quando. La lotta per la casa e per il lavoro, la difesa degli italiani dalla sostituzione etnica, la lotta contro il malaffare della politica e per la sovranità nazionale non si ferma davanti ad infami divieti".

Buttafuoco ricorda Doddore Meloni, il Bobby Sands sardo morto in solitudine

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di Pietrangelo Buttafuoco

Nell'Italia dei digiuni che furono, quelli di Marco Pannella – chiassosi – solo lo squillo di una tromba, nel decoro di una caserma, potrà inghiottire il silenzio e rendere onore al soldato nemico dell’Italia, Salvatore Meloni detto Doddore, “prigioniero politico”, morto dopo 66 giorni di digiuno. 
“Farò come lui” aveva detto quando lo stavano portando nel carcere di Uta, brandendo un libro di Bobby Sands. E come il combattente irlandese, morto nel 1981 nelle carceri inglesi, anche Doddore, indipendentista sardo, piantonato nel suo letto d'agonia, mercoledì scorso se ne è andato. E' stato di parola.
Ha davvero fatto come lui. E però in condizioni assai peggiori. L'eroe dell'Ira, l'esercito irlandese, aveva Giovanni Paolo II come padre spirituale. E aveva una nazione interna al proprio fianco. Doddore, additato tra gli eccentrici del pittoresco, invece non aveva nessuno. L'istanza di Cristina Puddu, il suo avvocato, redatta quando già lo portavano in ospedale, non ha avuto risposta. 

LA STORIA DI LUI, Doddore l'ha dunque fatta propria. Una storia nella viva carne dei popoli, quella di lui: l'arcigna Inghilterra attendeva un cedimento, ma Sands, come il sardo Doddore oggi, rifiutava il cibo e diceva no al suo Papa, il suo diretto comandante, che lo implorava di smettere ma allo stesso tempo preparava la Croce d'Oro con cui farlo uscire, da Martire, dalle carceri di sua Maestà britannica.
Come quelli che fanno al modo di Cyrano, al modo di Ettore, al modo di Don Chischiotte. 
Doddore ha fatto come Bobby Sands. E nell'Italia dei digiuni di Pannella, tutti a lieto fine, sempre sotto i riflettori, l'unico vero ribelle ha trovato la morte sfidando l'indifferenza che adesso, a tutti noi, dovremmo tramutare in vergogna.
Non pagava le tasse per le sue aziende di auto trasporti, Doddore. Non riconosceva l'italia e le sue Istituzioni. Irremovibile, assoluto e fermo, era forgiato nel carattere proprio degli irriducibili.
Se ne stava sull'isolotto di Mal di Ventre, dove vi aveva proclamato una Repubblica che preparasse l'indipendenza di tutta la  Sardegna e li fabbricava quell'utopia fatta con le trapunte dei sogni a occhi aperti.
Sono i sogni facili a realizzarsi, quelli dei ribelli, ma senza un Papa come Giovanni Paolo, senza un popolo come quello irlandese, senza le cornamusa ad alzare il canto di libertà, i sogni di chi si dà alla macchia vanno nelle favole capovolta finita male: il 28 aprile scorso Doddore andava a costituirsi ma gli inscenavano un inseguimento per bloccarlo e catturarlo.

LE SUE IDEE sono state forte come quelle di lui. Nell'Italia dei digiuni di Pannella, Doddore, ribelle, nemico numero uno dello Stato Italiano, ha fatto al modo di Bobby Sands. 
I granatieri di Sardegna dovrebbero suonare la tromba del silenzio. Per onorare il migliore amico.

Fonte Il Fatto Quotidiano di Lunedì 10 luglio 2017

Spese personali con i soldi della Lega: 2 anni e 3 mesi a Umberto Bossi. Condanna anche per il Trota e il tesoriere Belsito

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(G.p)Il Tribunale di Milano ha condannato Umberto Bossi, il figlio Renzo, e Francesco Belsito, l'ex tesoriere per appropriazione indebita per aver usato i fondi del partito per spese di natura personale.
Il senatur nonché fondatore della Lega è stato condannato a 2 anni e 3 mesi, il figlio ad un anno e 6 mesi mentre l'ex tesoriere ha avuto la condanna più pesante, 2 anni e 6 mesi.
 "Me l'aspettavo. Ma non ho nulla da rimproverarmi. E' solo il primo grado, andiamo avanti", queste sono state le prime parole a commento della sentenza di Renzo Bossi conosciuto con l'appellativo di trota  che ha ammesso: "Tornassi indietro non mi candiderei". 
"Sentenza ingiusta", ha detto Belsito. Amaro il tweet di Roberto Maroni: "Mi spiace per Umberto, persona straordinaria. Mi spiace per lui, non per quelli che hanno sfruttato lui e la sua malattia in modo vergognoso".
La decisione del giudice Maria Luisa Balzarotti è arrivata nel processo The Family, così ribattezzato per il nome scritto sulla cartella di documenti sequestrata allora a Belsito in cui comparivano quelle che sono state giudicate spese private della famiglia Bossi pagate però con i soldi del Carroccio arrivati anche dai rimborsi elettorali. La tesi della procura è che per Bossi "sostenere i costi della sua famiglia" con il patrimonio della Lega è stato "un modo di agire consolidato e concordato".
Stando alle indagini, tra il 2009 e il 2011, l'ex tesoriere della Lega si sarebbe appropriato di circa mezzo milione di euro, mentre l'ex leader del Carroccio avrebbe speso con i fondi del partito oltre 208mila euro. A Renzo sono stati addebitati, invece, più di 145mila euro, tra cui migliaia di euro in multe, tremila euro di assicurazione auto, 48mila euro per comprare una macchina (un'Audi A6) e 77mila euro per la "laurea albanese".
"Ho saputo della mia laurea in Albania solo dopo questa indagine", aveva detto in aula il ragazzo lo scorso luglio testimoniando in aula. "La Lega non ha mai pagato le mie multe né la laurea in Albania dove non sono mai stato", ha ribadito oggi il ragazzo. "Ho creduto nel progetto del partito fino in fondo - ha aggiunto - sono stato assolto da una parte delle accuse e dopo cinque anni non ci sono ancora le prove che io abbia preso i soldi".





Nicolas bay l'uomo del Front assicura: la destra è il futuro dell'Europa

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Il collega Antonio Rapisarda dalle colonne de Il Tempo, storico quotidiano romano, intervista Nicolas Bay, eurodeputato e segretario generale del Front National facendo il punto della situazione sulla Francia di Macron, sul tema delle organizzazioni non governative e sulla strategia del partito dopo il risultato alle ultime elezioni al di sotto delle aspettative.
Intervista che pubblichiamo per intero.


Nicolas Bay, eurodeputato e segretario generale del Front National. Emmanuel Macron a proposito della crisi dei migranti ha scoperto che le frontiere “vanno mantenute”. Il presidente vuole rubare spazio anche al Front National adesso?
È tutto un bluff. Tanto più che durante la sua campagna elettorale Macron ha detto chiaramente che intende procedere addirittura con “un'autostrada” tra il Maghreb e la Francia. Ciò che cosa significa? Che invece di scoraggiare il fenomeno dei migranti e di ridiscutere lo stesso accordo di Schengen in realtà sta rilanciando l'invito. La sua del resto una politica molto contraddittoria: da una parte adesso fa un certo tipo di discorso sull'immigrazione, dall'altro la sua agenda dice tutt'altro.

Eppure il governo francese sta studiando un “piano migranti” e in questi giorni alcuni smantellamenti sono stati effettuati.
"Più che evacuazioni si è trattato di trasferimenti. Lo ripeto: la questione immigrazione non può essere affrontata così. Servono controlli alle frontiere e espulsioni. La pressione è enorme: alimentata da una parte dall'Ue, dall'altra dalle Ong che contribuiscono al processo di interessi degli scafisti".

I primi mesi di Macron non hanno prodotto un cambio di verso, insomma, né da una parte né dall'altra...
"In realtà non è cambiato nulla. I francesi lo hanno decretato fin dalla scarsa affluenza perché Macron non è che la sintesi di ciò che è stato fatto dai governi precedenti, che siano stati di destra o di sinistra. La sinistra socialista con lui è completamente scomparsa. Basta vedere la gente che ha scelto: tutto establishment. Per questo le politiche continuano a essere le stesse per quanto “mascherate” con una faccia diversa".

I “Republicains” stanno all'opposizione.
"Il Fn è la sola e vera opposizione anche dal punto di vista ufficiale dato che dopo l'insediamento gran parte della destra gollista non ha votato contro la fiducia al governo. Dal punto di vista sostanziale è chiaro che se il ballottaggio è stato tra Macron e Marine Le Pen è perché il Fn è percepito dall'elettorato come unica e vera opposizione rispetto alla “frattura” in atto: il Fn è per il popolo francese, il resto è tutto mondialista. Lo scontro è e resta tra queste due visioni".

Il bottino del Front National, però, non è stato sufficiente per insidiare quello che chiamate il “fronte mondialista”.
"Per un'opposizione efficace non è importante tanto il numero dei parlamentari quanto le idee. È un fatto comunque che prima avevamo solo due deputati adesso ne abbiamo otto. E che Marine Le Pen sia riuscita comunque a contrastare Macron è la testimonianza che gli interpreti di questo sentimento siamo noi. Noi continueremo a contrastare tutto questo in Parlamento attraverso le idee e soprattutto fuori dal Palazzo, nei dibattiti pubblici. Ci sarà una grande “attività”..."

A proposito di questo, si parla tanto di un vostro ripensamento sull'euro. Il seminario di fine luglio sarà una sorta di resa dei conti interna dopo le polemiche sulla strategia in campagna elettorale?
"In realtà sarà una messa a punto, un momento ampio di riflessione su ciò che è emerso dai risultati elettorali. Dal tipo di comunicazione adodatta e da adottare al come spiegare meglio agli elettori i nostri punti di forza e come migliorare quelli sui quali siamo stati più deboli. Si parlerà anche dell'euro, certo, ma non sarà l'argomento centrale. Il tema centrale è dove vogliono andare".

L'obiettivo è ampliare la base elettorale?

"Il paradosso è che molti elettori della destra gollista sono d'accordo con il programma del Fn, dalle tasse alla difesa dei confini e della produzione francese. Forse per paura – dopo il flop di Fillon - si sono legati a Macron ma sono sempre più convinto del fatto che col passare del tempo si riavvicineranno al Front. Le nostre politiche sono quelle che la gente pensa ma che non ha avuto il coraggio di “introdurre” nell'urna. Il tempo farà giustizia anche su questo".

Tutti i legami tra Pro Vita e Forza Nuova

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(G.p) Pro vita, la onlus che si batte per la difesa della «famiglia tradizionale» si presenta come apartitica e apolitica. Ma gli intrecci come ci racconta l'inchiesta dei colleghi Ferruccio Pinotti ed Elena Talebano,pubblicata dal Corriere della Sera, Forza Nuova sono numerosi: dal portavoce Alessandro Fiore — figlio di Roberto, leader di FN — all’azienda che ne distribuiva il notiziario, guidata dalle sue sorelle, fino a Beniamino Iannace l'ex editore beneventano, già candidato di FN. «Tra Pro Vita e Forza Nuova non vi sono rapporti, vi è solamente uno storico rapporto di amicizia tra me e Roberto Fiore», minimizza il presidente Toni Brandi. Intanto, l’attività editoriale dell’associazione è sempre più fiorente. Per amore della verità, al fine di far conoscere i fatti per poi deliberare ai nostri lettori, nostri unici padroni, ho contattato telefonicamente a Roberto Fiore per conoscere il suo opinione sull'inchiesta del Corriere della Sera. Il segretario nazionale di Forza Nuova, impegnato in una manifestazione politica ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione. Nell'eventualita' che cambi idea volendo rilasciare una dichiarazione in merito all'inchiesta del Corriere della Sera sui legami tra Pro Vita e Forza Nuova su questo sito tale risposta avrà adeguato spazio.



Quando i contribuenti hanno scelto a chi destinare il 5 per mille del loro Irpef, hanno forse fatto caso — tra le tante onlus che li hanno sollecitati a donare — a un’associazione, Pro Vita. L’onlus che organizza ogni anno la Marcia per la Vita e che opera, recita il suo sito, «in difesa dei bambini» e «della vita dal concepimento alla morte naturale», sostiene «la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna» e difende «il diritto dei genitori a educare i propri figli». Fin qui tutto ok, se non fosse che dietro agli allegri baffoni del presidente Toni Brandi — un simpaticone che a Radio24 ha affermato che «i gay hanno tendenze pedofile, rompono i coglioni e possono essere curati» — c’è ben altro. Anche se Pro Vita chiede fondi (pubblici e privati) e si spaccia per un’associazione apartitica e apolitica, è legata a Forza Nuova. Ha potuto così essere sentita nelle audizioni della Commissione Giustizia sulle unioni civili e di recente ha spedito una lettera a tutti i parlamentari sulla legge sul biotestamento, riuscendo a compiere un’azione di lobby su parlamentari e persone che mai ascolterebbero un partito di estrema destra come Forza Nuova (nella foto Ansa, la «Marcia per la vita» del 12 maggio 2013).


Via Cadlolo 90

Il primo indizio degli stretti legami tra Pro Vita e Forza Nuova sta nel portavoce: Alessandro Fiore, figlio maggiore di Roberto Fiore, leader di Forza Nuova anche lui molto impegnato sul fronte «pro vita» e imprenditore nel turismo giovanile, con ramificazioni estere. A distribuire nella fase di avvio il notiziario di Pro Vita è Rapida Vis srl, azienda guidata — come risulta da una visura in possesso del Corriere, foto sotto — da Carmen e Beatriz Fiore, altre figlie di Fiore. Rapida Vis è un’azienda che fornisce servizi postali. La sede legale era a Roma, in via Cadlolo 90. Peccato che allo stesso indirizzo, Via Cadlolo 90, sia situata la sede di Forza Nuova. Curiose coincidenze.

La versione di Brandi
Toni Brandi tiene a dire che con il periodo iniziale di Pro Vita non c’entra nulla: «L’unico distributore di Notizie Pro Vita è Poste Italiane». Precisa: «I mezzi utilizzati dal precedente editore sono fuori dalla mia cognizione». E nega legami diretti tra le due realtà: «Tra Pro Vita e Forza Nuova non vi sono rapporti, vi è solamente uno storico rapporto di amicizia tra me e Roberto Fiore, attuale segretario nazionale di Forza Nuova, nonché padre di Alessandro Fiore» (toccando l’icona blu, le risposte integrali di Brandi al Corriere).


Un po’ di storia
Vediamo un po’ di storia. Notizie Pro Vita nasce alla fine del 2012. L’editore all’epoca è M.P., «Società Cooperativa Giornalistica Arl», una cooperativa giornalistica di Merano che nel 2011 era stata rilevata da giovani di Benevento (i quali chiedono anche i contributi pubblici all’Agcom). Ne diventa presidente Beniamino Iannace, allora giovane attivista di Forza Nuova, molto vicino a Roberto Fiore.

L’ex candidato di FN

Iannace, oggi 36enne, da San Leucio del Sannio (Benevento), si è poi trasferito a Roma dove ha lavorato presso uno studio legale e nel giugno 2009 ha partecipato alle elezioni europee come candidato nelle liste di Forza Nuova. In passato si è definito «Italiano per grazia di Dio, fascista per irrinunciabile scelta», e insieme a Fiore, segretario di Forza Nuova, nel 2010 si è anche recato alla bielorussa Minsk State Linguistic University, in un’area geografica dove gli attivisti «pro life» sono molto attivi. Ora minimizza: «Sì, sono stato presidente della cooperativa MP per qualche mese nel 2012-2013. C’erano con noi Toni Brandi e dei ragazzi di Benevento. Iniziammo le nostre attività con la testata il Duende, poi con Notizie Pro Vita, che è continuata da sola ed è diventata onlus nel 2014. Sì, con noi c’era anche Roberto Fiore, ma è stato sempre un po’ fuori… Ora MP non è più editore di Pro Vita. Sì, io ero anche in Rapida Vis, una società che faceva servizi postali e distribuzione della rivista Notizie Pro Vita. Poi ho creato una mia società, la Italiana Servizi Postali». E il rapporto tra Pro Vita e Roberto Fiore? Iannace ammette: «Tra Pro Vita e Roberto Fiore c’è un rapporto, una conoscenza di base nota a tutti, non te lo devo dire io , ma sono cose a parte…». Ora però Iannace sostiene di essersene allontanato: «Ormai non sono più vicino a Forza Nuova. Sì, 4 o 5 anni fa ero vicino a Fiore, ma adesso faccio l’imprenditore» (nelle foto sotto, Toni Brandi insieme agli altri organizzatori della «Marcia per la Vita»).

L’altro socio (e altro ex candidato...)

Italiana Servizi Postali di Iannace è una società piccola ma dinamica, tanto che ora si occupa anche di «dematerializzazione della corrispondenza» per conto di Poste Italiane. E nel febbraio 2016 ha ottenuto il riconoscimento della Regione Lombardia nella lista dei Franchisor per il Progetto Pilota Regionale «Fare Franchising in Lombardia», ricevendo contributi derivanti dai 500 mila euro a Fondo Perduto messi a disposizione dalla Regione per la crescita del settore del franchising. «I soci di Italiana Servizi Postali siamo io e Fabio Infante, esperto di software per la digitalizzazione e originario di Massa Carrara. Con lui e Poste italiane abbiamo avviato Mailnet il progetto per la demateralizzazione della corrispondenza». Tutto confermato dalle visure camerali. C’è però un piccolo dettaglio interessante: Fabio Infante nel 2013 è stato candidato alla Camera per Forza Nuova.

Il terzo socio

Nel piccolo network imprenditoriale non manca il caporedattore di Pro Vita, Alessandro Fiore. Italiana Servizi Postali è infatti anche un franchising e se si fa la visura della Italiana Servizi Postali di Ceppaloni (Benevento) si scopre che il terzo socio, insieme a Iannace e Infante, è proprio il figlio del leader di Forza Nuova, Alessandro, portavoce di Notizie Pro Vita (nonostante Brandi sostenga che Fiore non faccia più parte della società). Sui rapporti Tra Iannace e Pro Vita, Toni Brandi ha una versione diversa: «Iannace non è vicino a Pro Vita Onlus in quanto non ha mai avuto rapporti con quest’ultima, tranne nell’occasione della cessione della testata Notizie Pro Vita, avvenuta con regolare contratto di acquisto. Conobbi il Sig. Iannace nel 2012, nel momento in cui iniziai, in qualità di redattore, a collaborare con la rivista Notizie Pro Vita, all’epoca edita dalla cooperativa presieduta dallo stesso Iannace».

I proventi dell’attività editoriale

Il notiziario della onlus Pro Vita, oltre che strumento di battaglia «valoriale» e politica, è anche una fiorente attività editoriale. «Notizie Pro Vita viene stampata in 100 mila copie, per 11 numeri l’anno», spiega Andrea Giovanazzi, attivista della galassia tradizionalista cattolica che da Rovereto (Trento) cura la distribuzione della rivista. Quattro le tipologie di adesione: promotore (50 euro), benefattore (100 euro), sostenitore (250 euro), protettore della Vita (500 euro). Contributi esentasse, perché Pro Vita dal 2014 è una onlus. Ai soldi che entrano grazie all’esile foglio si sommano quelli che Pro Vita riceve grazie al 5 per mille: 1.757,69 euro nel 2014 (anno di inizio) ma già 14.662,89 nel 2015 (otto volte tanto) a riprova che i contribuenti vicini a Pro Vita crescono vorticosamente di anno in anno. E con essi gli introiti. Brandi dà numeri diversi da quelli del suo collaboratore: «Il numero di copie stampate è, generalmente, di 3.000 al mese, ma la tiratura può aumentare a seconda delle iniziative a cui diamo spazio o alle quali partecipiamo come la Marcia per la Vita, i Family Day, le nostre attività contro la maternità surrogata, contro l’educazione obbligatoria del gender nelle scuole e altre ancora. Riceviamo donazioni continuative o legate alla singola campagna, per le varie attività di tipo culturale, sociale, legislativo o giuridico che portiamo avanti. Perciò non possiamo assegnare un ammontare alla rivista perché la stessa è solo un veicolo di informazione, come lo è il nostro sito».

Il libro sulla famiglia
Notizie Pro Vita è stata editore — come segnala Amazon (tocca l’icona blu) — del libro The attack on the family and the european response: l’introduzione è di Roberto Fiore, lo sponsor è l’Alliance for Peace and Freedom (Apf), cioè la formazione di cui è presidente Roberto Fiore e vicepresidente Nick Griffin, l’europarlamentare inglese di estrema destra (già condannato per odio razziale) che proprio con Fiore negli anni ’80 ha fondato «Terza Posizione Internazionale». Apf ha ricevuto a 600 mila euro dal Parlamento europeo e si distingue per le posizioni oltranziste in maniera di aborto e «gender». Quali sono i rapporti tra Pro Vita e Apf? Brandi dichiara: «Il rapporto tra noi e la Apf è solo ed esclusivamente legato al contenuto di una loro occasionale pubblicazione sulla famiglia, contenuto realizzato da un nostro redattore».

Il documentario russo
Brandi e i Fiore compaiono infine in un documentario russo fortemente anti-gay (in Canada è stato bandito), Sodom, in cui si racconta l’impegno di una «famiglia numerosa», «naturale» e «cristiana« italiana che partecipa alla marcia per la vita e contro «la sodomia che ha invaso il mondo» (tocca l’icona blu). Gli autori non lo esplicitano (espongono solo il nome della signora ripresa, Esmeralda Burgos «e di suo marito Roberto») ma è la famiglia di Roberto Fiore (foto sotto) composta da undici figli (tra i quali Alessandro, portavoce e capo-redattore di Notizie ProVita).

«Siti complottistici»
Brandi nega su tutta la linea e il portavoce di Pro Vita Alessandro Fiore si limita a parlare di «informazioni presenti su siti piuttosto complottistici» e «inattendibili» (tocca l’icona blu: Fiore si riferisce implicitamente a un sito che in realtà monitora il movimento anti gender, «Playingthegendercard»), ma le prove dei rapporti tra Pro Vita e Forza Nuova sono molte. Anche se l’associazione è formalmente «solo» una onlus che chiede (e ottiene) fondi e donazioni con il 5 per mille.

Di Stefano: noi di Casa Pound non cediamo.Pronti a finire anche in carcere

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(G.p)Per la serie i fantasmi del passato agitano il sonno dei nani del presente, il collega Antonio Rapisarda dalle colonne de il Tempo, storico quotidiano romano, intervista Simone Di Stefano vice presidente nazionale di Casa Pound Italia sulle polemiche scatenate dalla passeggiata anti abusivi svolta dai militanti della tartaruga frecciata domenica sulla spiaggia romana di Ostia e sulla proposta di legge dell'onorevole Emanuele Fiano del Partito Democratico per la quale affermano di essere tutti pronti alla galera.
Intervista che riportiamo interamente.



«Nessuno dice nulla sull'abusivismo totale che abbiamo combattuto a Ostia ma la mano dello Stato arriverà inflessibile su chi compra un accendino con la faccia di Mussolini. Lì ti prende e ti porta dritto in carcere...». Simone Di Stefano, vicepresidente di Casapound, commenta così con Il Tempo le polemiche sulla “passeggiata” anti-abusivi svolta dai suoi militanti domenica sulla spiaggia romana di Ostia e sulla proposta di legge Fiano per la quale «siamo tutti pronti alla galera».

Andiamo con ordine. A Ostia che cosa avete trovato?
"I soliti venditori abusivi di paccottiglia che poi, poveracci, non sono altro che schiavi di chi li rifornisce di roba. C'era chi vendeva ombrelloni, chi ciabatte e chi pure cibo fuori da ogni controllo. Li abbiamo invitati ad allontanarsi dalla spiaggia. Cosa che dovrebbe fare chi è competente: il prefetto, i vigili urbani, la Raggi. Qualcuno insomma..."

Da sinistra vi accusano di avere fatto un raid, una caccia ai migranti.

"Noi avremmo allontanato anche gli italiani se ce ne fossero stati. È ovvio che non è stata una caccia ai migranti, nessuno è stato toccato. Semplicemente sono stati invitati ad allontanarsi."

Nella spiaggia “fascista” di Chioggia non ce ne sarà bisogno...

"(Sorride) Questo non lo so. Non conosco il personaggio. È chiaro che il caldo dà alla testa a molti che si stanno inventando questa caccia alle streghe fra cui c'è anche la spiaggia di Chioggia dove c'è un cartello con il Duce che fa il saluto romano. Fa sorridere quest'ossessione di vedere Mussolini anche sotto l'ombrellone, come se fosse il problema principale dell'Italia."

Che idea si è fatto della vicenda?
"Non lo conosco il proprietario. Le sue dichiarazioni sono di certo fuori le righe, non mi sento di dare né solidarietà né altro a questo personaggio. Però lo stabilimento sta lì da anni e nessuno ha mai avuto nulla da ridire. Fino ad ora che, guarda caso, bisogna approvare la legge di Fiano ed è uscito l'articolo su Repubblica. È un fatto congeniato. La domanda poteva essere: che problema c'è, oggi, che dovete occuparvi di apologia di fascismo? Ecco: il problema è la spiaggia di Chioggia."

A proposito, il questore ha convocato il gestore.
"Gli farà togliere i cartelli... Guardi, se la legge si riducesse a vietare di fare i posacenere dove spegnere le sigarette sulla faccia del Duce non me ne fregherebbe niente, anzi faremmo noi una legge per vietare di fare commercio di queste idiozie. È chiaro invece che qui si vuole andare a sanzionare tutto un mondo ignorando poi il fatto che i simboli del fascismo sono presenti ovunque. Non c'è un angolo di questa nazione dove non si possono posare gli occhi su una cosa non fatta dal fascismo. Non so proprio che tipo di applicazione potrà avere questa legge."

Salvini dice: le idee non si processano, via la legge Mancino.
"Ha ragione. L'apologia di comunismo, ad esempio? Non starebbe né in cielo né in terra. Esprimere un'opinione non dovrebbe mai essere sanzionato."

Secondo ciò che propone Fiano se continuerete a definirvi “fascisti del terzo millennio” rischiate la galera...
"Se dichiarsi fascisti ed estimatori dell'opera di Mussolini comporta andare in galera ci andremo tutti. Allora però per la coerenza vorrei vedere Emanule Fiano e Laura Boldrini andare a distruggere il San Camillo a Roma, l'ospedale del Littorio, andare con le ruspe a gettare giù la Garbatella, ad allagare la pianura pontina. Buttate giù il Foro italico, l'obelisco, insomma. Devono essere pronti a tirare fuori gli ammalati dagli ospedali costruiti da Mussolini. E dovrebbe essere arrestato pure Renzi, perché ha proposto una sorta di neocolonialismo fascista dicendo ai migranti “andiamoli ad aiutare a casa loro”...







Spiaggia fascista a Chioggia, ordinanza del prefetto: "Via cartelli, manifesti e simboli"

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(G.p) Dopo la scoperta, con 20 anni di ritardo, dell'esistenza di una spiaggia "fascista" a Chioggia, in provincia di Venezia da parte del quotidiano La Repubblica grazie ad una inchiesta condotta dal collega Paolo Berizzi è arrivato il primo provvedimento nei confronti del titolare del lido per cui ha dovuto togliere, in tempi rapidi, ogni riferimento al fascismo che potrebbe provocare esplicite reazioni di riprovazione e sdegno nell'opinione pubblica.
Della rimozione dallo stabilimento di ogni riferimento al fascismo ci parla anche oggi l'ottimo Paolo Berizzi con un interessante articolo che pubblichiamo per intero.


La spiaggia fascista ha dovuto smantellare i suoi simboli. Via tutto: cartelli, manifesti, scritte inneggianti a Benito Mussolini e ai saluti romani, ai 'me ne frego!' e al 'manganello', all''ordine e la disciplinà del duce. Come anticipato da Repubblica - che domenica ha sollevato il caso Chioggia - l'intervento della prefettura e della questura sulla vicenda di 'Playa Punta Cannà si è tradotto in un primo provvedimento: un'ordinanza del prefetto di Venezia, Carlo Boffi, obbliga il titolare del lido balneare, Gianni Scarpa, a rimuovere immediatamente 'ogni riferimento al fascismo' affisso tra cabine e ombrelloni.
Sempre nell'ordinanza prefettizia, si intima all'imprenditore nostalgico del 'regime' di "astenersi dall'ulteriore diffusione di messaggi contro la democrazia". Gli audio pubblicati da Repubblica inchiodano Scarpa, la cui voce sabato è stata diffusa dagli altoparlanti in spiaggia: un mini comizio per intrattenere i 650 clienti del lido, tra insulti alla democrazia ("mi fa schifo"), inni al regime e minacce di "sterminare tutti i tossici". Denunciato dalla Digos per apologia di fascismo, al proprietario di Punta Canna il provvedimento del prefetto è stato notificato questa mattina in questura a Venezia. E di fronte ai poliziotti Scarpa ha ammesso di avere pronunciato le frasi riportate (e registrate) dal nostro giornale.
Nell'ordinanza il prefetto motiva le ragioni del suo provvedimento facendo riferimento alla condotta di Scarpa: c'è "il pericolo concreto ed attuale - scrive - che la persistenza di tali comportamenti possa provocare esplicite reazioni di riprovazione e sdegno nell'opinione pubblica, così vivamente turbata, con conseguenti manifestazioni avverse e di riflesso, il rischio di turbative dell'ordine pubblico".
E dunque per ora, in attesa di ulteriori sviluppi giudiziari, e anche in attesa di capire se il Comune di Chioggia sulla base di quanto stabilito dalla Prefettura revocherà la concessione demaniale a Punta Canna, Scarpa dovrà tenere a freno il suo protagonismo neofascista. E levare dallo stabilimento tutti quei pezzi di arredo inequivocabili: foto del Duce e immagini di saluti romani, richiami alle 'camere a gas' e alla 'legge del fucile', cartelli discriminatori che indicano i servizi igienici per 'uomini, donne, gay e lesbiche'. A dir poco surreali le dichiarazioni rilasciate dall'imprenditore di Mira in piena bufera: "Fascista io? Ma quando mai".
Stupore, vista la gravità della vicenda, hanno destato anche le parole minimizzanti del vicesindaco di Chioggia, Marco Veronese, che ha definito il tutto una "questione di folklore": "Perché sprecare le già risibili risorse di uomini della polizia in cose come queste, invece di occuparsi del controllo degli abusivi in spiaggia cui la polizia locale non riesce a far fronte?" - ha detto il vicesindaco che è anche assessore al demanio. "Lo stabilimento, per quello che so, non ha avuto mai problemi di ordine pubblico o altro. Si sapeva che il titolare era un 'personaggiò con simpatie di destra, stravagante, eccessivamente goliardico. Tutto qui".
A Veronese replica Giovanni Paglia, della segreteria nazionale di Sinistra italiana: "Questo è il vicesindaco M5S di Chioggia, a proposito del fatto che nel suo Comune uno stabilimento balneare è stato trasformato in centro di propaganda neofascista. Intanto i suoi soci in Parlamento non votano la legge che punisce l'apologia di fascismo, perché "liberticida". Si sono messi a cercare voti nella spazzatura", scrive su Facebook. Lo stesso Paglia ha presentato un'interrogazione al ministro dell'Economia per chiedere "se non ritenga di dover immediatamente procedere alla revoca e riassegnazione ad altro soggetto della concessione demaniale" a Scarpa.

Modena: ius soli, incrocio di manifestazioni. I pro e i contro si sfidano in centro

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(G.p)Oltre 300 persone civilmente hanno partecipato ad una fiaccolata contro lo ius soli a Modena. La manifestazione è stata organizzata da un comitato civico in collaborazione con la Lega Nord, Forza Nuova ed il circolo culturale La Terra dei Padri.
Alla fiaccolata non erano ammesse bandiere o simboli di partito o movimento, sventolavano solo tricolori.
Per gli organizzatori si tratta di una prima vittoria, vista la realtà difficile come quella di Modena, dove il Partito Democratico aveva chiamato a raccolta i suoi militanti per una contro manifestazione nel centro cittadino, alla quale hanno aderito la Cgil e il variegato mondo della sinistra antagonista dei centri sociali.
Alla fine della fiaccolata hanno parlato Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova, il  segretario cittadino della Lega Nord Filippo Panini ,Fabio de Maio della Terra dei Padri e Andrea Casolari del VFS,presente con una robusta rappresentanza alla manifestazione.
Il quotidiano nazionale Il Resto del Carlino, edizione di Modena, alle due manifestazioni pro e contro ius soli dedica un interessante articolo che riportiamo per intero.

Da una parte i residenti del Tempio che, fiaccole strette tra le mani, gridano no allo ius soli. Dall'altra parte tutte le forze di sinistra schierate insieme ai sindacati e all'amministrazione, sindaco Muzzarelli compreso, al sacrario della Ghirlandina, per dire basta al razzismo e chiedere che l'Italia possa crescere e non arretrare. Si è trasformato in una grande manifestazione, ieri sera, il centro storico, ma, fortunatamente, seppur idealmente divisi,i due fronti si sono incrociati ma non scontrati. Ad evitare però lo scontro tra alcuni membri del centro sociale Guernica e manifestanti contro lo ius soli, ci hanno pensato le forze dell'ordine che hanno bloccato volta per volta, i tentativi di contatto, soprattutto in via Gallucci mentre il corteo sfilava nei pressi di viale Martiri.
I residenti del Tempio si sono trovati alle 20,45 in piazzale Sant'Agostino per dare vita ad una fiaccolata per le vie del cuore della città, esprimendo il loro dissenso verso quella che è ritenuta una proposta inaccettabile che concede la cittadinanza a qualunque straniero nasca sul territorio con ricadute sugli italiani.
Quindici minuti dopo le forze di sinistra, per difendere al contrario la legge in discussione sulla cittadinanza, si sono date appuntamento al Sacrario della Ghirlandina. Un presidio organizzato comunque per contrastare la fiaccolata organizzata dall'estrema destra.
Alta l'adesione alla manifestazione, promossa da Anpi, Alpi, Fiap, Cigl Uil e Arci. Presenti i rappresentanti del Partito Democratico, rifondazione comunista, sinistra italiana, possibile, articolo uno-mdp, oltre a diversi membri del coordinamento migranti, che hanno chiesto di vedersi tutelati i propri diritti.
 

Chioggia: i clienti si schierano con Gianni. Macché fascisti, vogliamo ordine

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I clienti della spiaggia Punta Canna si sono schierati, senza se e senza ma, con il titolare Gianni Scarpa, in questi giorni finito nell'occhio del ciclone grazie ad una inchiesta del quotidiano La Repubblica che ha portato a conoscenza dell'opinione pubblica dell'esistenza a Chioggia di una spiaggia fascista.
Il collega Marco Biolcati, dalle colonne de Il Gazzettino di Venezia, in un caldo lunedì di inizio luglio intervista alcuni clienti che si sono schierati con il titolare dello stabilimento Gianni Scarpa affermando di venire in questo stabilimento perché curato, pulito, ben gestito.
Articolo che riportiamo per intero.


Subissato da critiche arrivate dal mondo politico di tutta le Penisola, ma a dir poco osannato dai suoi clienti . Gianni Scarpa, come sempre, ieri pomeriggio era in spiaggia. Quella che, esageratamente, definisce casa sua. e dove lui può fare e dire quello che vuole. In realtà la mano pesante della prefettura probabilmente gli ha fatto capire che forse è il caso di abbassare un po' i toni.
Quel che è certo è che non ha perso il sostegno dei suoi clienti. Pochi i chioggiotti che vengono su questa spiaggia, quasi tutti arrivano da fuori e cercano soprattutto relax e silenzio. «Non capisco tutto questo caos che si è creato attorno alla vicenda racconta un quarantenne - Io non vengo sicuramente qui perché Gianni ha idee fasciste o per fare politica. Io vengo qui perché la spiaggia è una delle più pulite e tranquille del territorio. È ben controllata ed anche ben gestita. Sinceramente non riesco a capire perché si è voluto a tutti i costi creare un caso».
Molti al suo fianco per dire che Punta Canna non è una spiaggia fascista. «Sono dispiaciuta racconta una donna dai molti tatuaggi per quello che ho letto e sentito. Io non sono fascista e questa non è una spiaggia fascista. Semplicemente qui ci sono delle regole che vanno rispettate. Gianni Scarpa non obbliga di certo a venire nella sua spiaggia. Chi non approva può scegliere di andare altrove. Ad esempio io trovo giusto che, fumando, mi venga dato un portacenere dove gettare le sigarette evitando così di doverle buttare a terra. Dove c'è ordine, disciplina e pulizia si sta bene e in questa spiaggia si sta benissimo. Questo non è fascismo».

Roma, tensioni a Tor Bella Monaca al sit-in di Forza Nuova, lanci di bottiglie e oggetti: un agente ferito

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(G.p)Alcuni militanti di Forza Nuova, nonostante il divieto imposto dal questore di Roma hanno manifestato nel popoloso e popolare di Tor Bella Monaca. Ci sono stati lanci di bottiglie e di oggetti con un agente delle forze dell'ordine rimasto ferito.
Il Messaggero, storico quotidiano romano, nella sua versione on line cosi descrive la serata di tensioni a Tor Bella Monaca, con un interessante articolo che riportiamo per intero.


Tensioni a Tor Bella Monaca, alla periferia di Roma, dove stasera è in corso una manifestazione di Forza Nuova per chiedere di «destinare le case popolari alle famiglie italiane». Alcuni aderenti al movimento di destra hanno violato il divieto imposto dal questore di manifestare in viale dell'Archeologia e hanno effettuato un blitz nella strada in cui si trova una sede del Pd e dell'Asia Usb.
Ci sono stati lanci di bottiglie e oggetti. Un agente delle forze dell'ordine è rimasto ferito. Secondo quanto si è appreso, sono stati identificati tutti gli autori dell'azione.
La Questura di Roma ha reso noto che un gruppo di aderenti a Forza Nuova ha violato il divieto imposto dal questore con un'azione contro appartenenti alla sigla Usb, in riunione presso la sede di via dell'Archeologia. Alla reazione di questi ultimi - sottolinea la questura - si è reso necessario l'intervento delle forze dell'ordine. Tutti identificati i partecipanti, individuati grazie alle riprese della polizia scientifica. Un funzionario di polizia è rimasto ferito. I reati che saranno contestati sono manifestazione non autorizzata, violazione dell'ordine dell'autorità, violenza resistenza a pubblico ufficiale.
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