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10 gennaio 1979 Alberto Giaquinto è ucciso negli scontri di Centocelle

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L’ala del FUAN che ha ancora un rapporto con il partito decide di commemorare la strage di Acca Larentia con un corteo di attacco a Centocelle,il 10 gennaio.Promuovono la manifestazione il segretario del Fuan romano, il romualdiano Biagio Cacciola,il senatore Michele Marchio, Bartolo Gallitto. Si succedono le riunioni preparatorie alla libreria Atlantide. L’ultima, la mattina degli incidenti, è un intergruppo,con i rappresentanti territoriali (i tre nuclei giovanili che animano i Nar: Monteverde, Prati ed Eur) e le due anime del FUAN,i “moderati”e gli spontaneisti. Emergono dissensi e diffidenze: Valerio Fioravanti, Gabriele De Francisci e Paolo Lucci Chiarissi temono i ragazzini con le pistole,incontrollabili e si chiamano fuori. Scelgono di partecipare i leader di via Siena e i FASCISTI PROLETARI di Prati. La testa del corteo, tenuta dai “pischelli” armati, assalta la DCdi piazza dei Mirti a colpi di molotov. La polizia  spara. Un agente in borghese uccide il diciassettenne Alberto Giaquinto,colpito alla nuca.Al suo fianco,tra gli altri,c’è Massimo Morsello, il cantautore noto come “Massimino”: un protagonista dei primi campi Hobbit. La sua testimonianza solitaria è trasformata dai giudici in una confessione e gli procurerà una severa condanna per devastazione e incendio. La guerriglia si consuma in 5 minuti. Si formano altre barricate, sono infrante vetrine, incendiati pullman. Centocelle segna il punto di non ritorno tra il FUAN romano e il MSI: molti,a cominciare da Pedretti,si indignano per la strumentalizzazione cinica e irresponsabile. Quando la direzione nazionale,arresasi all’impossibilità di normalizzare la situazione,decide la serrata, nessuno si preoccupa: con i “salti del bancone”si pagherà l’affitto. I “pugili”mandati a eseguire lo sfratto sono costretti a ripiegare, di fronte alla superiore “strumentazione”dei ribelli. Il 10 gennaio scende in campo anche la guerriglia rossa che a Talenti uccide Stefano Cecchetti, 18 anni.La sua colpa:stazionare davanti a un bar frequentato dai “fasci”indossando stivali Camperos,un must nel look“nero”.Da un’auto in corsa i COMPAGNI ORGANIZZATI PER IL COMUNISMO sparano nel mucchio ferendo altri due diciottenni. La sua morte insensata scatenerà un dibattito appassionato tra i giovani di sinistra. Cominciano ad affiorare voci di dissenso su una violenza cieca e che spara nel mucchio.
FONTE: Naufraghi/umt


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